L’unica certezza, in campo previdenziale, che si ha dal 1 gennaio 2022 è che la quota 100, dopo la scadenza, non sarà rinnovata. Ed il governo lo ha detto piuttosto chiaramente che non ha nessuna intenzione di rinnovare o prorogare la misura. Addirittura lo ha messo nero su bianco nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Questa decisione, va incontro a quelli che sono i desideri dell’UE che preferisce che si dia solidità e sostenibilità al sistema previdenziale anche se, attualmente, resta da comprendere come superare lo scalone che la scadenza della quota 100 inevitabilmente provocherà.
Le opzioni sul tavolo sono molteplici che vanno dalle misure flessibili a prevedere solo agevolazioni per lavoratori impegnati in attività particolarmente faticose o usuranti. Ma queste agevolazioni potrebbero essere accompagnate da una ulteriore proroga dell’Ape sociale e dell’opzione donna per limitare gli effetti del ritorno alla legge Fornero.
Proroga opzione donna per 3 anni?
L’Ape sociale, come abbiamo detto potrebbe essere prorogata ma anche ampliata permettendo l’accesso ad una platea di beneficiari più numerosa.
Quello che appare particolarmente interessante, invece, è che l’opzione donna potrebbe diventare una misura strutturale. Come scrive Il Sole 24 Ore, infatti, l’intervento da attuarsi sul regime sperimentale potrebbe rendere la misura quasi strutturale prevedendo un prolungamento della possibilità di andare in pensione a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per quelle autonome a patto di aver maturato almeno 35 anni di contributi e di accettare un ricalcolo interamente contributivo della pensione.
Che poi è quello che le donne chiedevano visto che è davvero estenuante programmare il proprio pensionamento di anno in anno senza avere mai la certezza assoluta che la misura che lo permetta venga prorogata anche per l’anno successivo.
Una proroga di 3 anni dell’opzione donna, di fatto, permetterebbe alle lavoratrici di pianificare con un certo anticipo la propria uscita dal mondo del lavoro.