Ogni anno, prima o dopo la Legge di Bilancio, si parla di riforma delle pensioni. Ma non di una riforma che introduca una flessibilità. Quello a cui qualsiasi Governo punta è cancellare la Legge Fornero. Sostituirla, abolirla. Forse perchè si tratta di un riforma che ha portato all’introduzione di rigidi paletti per accedere alla pensione. E non a caso è stata definita a suo tempo una riforma “lacrime e sangue” (dove sia le lacrime che il sangue sono dei lavoratori, ovviamente).
La Legge Fornero e i cambiamenti che ha apportato
Prima del 2022 c’erano delle differenziazioni tra il pensionamento degli uomini e delle donne. Le donne andavano in pensione prima. La Legge Fornero ha appiattito questa differenza, nel corso degli anni, unificando l’età del pensionamento di vecchiaia. Che oggi è per entrambi i sessi fermo a 67 anni. E soggetto ad aumenti per adeguamento ad aspettativa di vita.
Ha irrigidito anche i requisiti per accedere alla pensione anticipata che oggi richiede, per l’accesso, 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne.
Prima del 2012 i requisiti di accesso alla pensione erano meno rigidi. C’erano differenze tra lavoratori pubblici e privati, tra uomini e donne. E sicuramente c’era meno difficoltà nell’andare in pensione.
La Legge Fornero è stata una necessità
Ma applicare una Legge previdenziale così rigida, in quel periodo, è stata un a necessità per riuscire a salvare i conti pubblici italiani vicini al collasso. Con l’attuale riforma lo stato, il circa 10 anni, ha risparmiare l’1,4% del PIL, ovvero 22 miliardi di euro. E da qui al 2030 il risparmio sarà di altri miliardi (si parla di circa lo 0,8% del PIL).
Ed è proprio per questo che nell’ultimo decennio, anche se un Governo dopo l’altro ha annunciato di voler superare la normativa previdenziale in vigore non ci sia mai riuscito. Nonostante le buone intenzioni. E anche se in campagna elettorale si promette, sempre, una cancellazione della Fornero.
Ma perché è così difficile superarla? Si tratta davvero di una legge che non può essere sostituita?
Il sistema previdenziale italiano è molto complesso
Quello che non si tiene spesso in considerazione quando, avventatamente si promette una cancellazione della Fornero, è che il sistema previdenziale italiano non solo è complesso. Ma è vicino al collasso. Ai pensionati italiani, infatti, la pensione non si paga con i contributi che versano a loro tempo. Ma con quelli che versano oggi i lavoratori in forza. Ma purtroppo il rapporto tra pensionati e lavoratori si va sempre più assottigliando. I lavoratori italiani calano, mentre i pensionati, per l’allungamento della speranza di vita, continuano a salire.
Ad oggi il rapporto è ancora in attivo e i lavoratori sono più dei pensionati. E abbiamo 1 lavoratore ogni 0,65 pensionati. Ma si arriverà ad un momento in cui il sistema arriverà ad un rapporto 1 a 1: ogni lavoratore, quindi, verserà i contributi per 1 pensionato. Ed in sistema potrebbe ancora reggere. Ma andando oltre potrebbe implodere.
Si stima che per il 2039 la stima sarà di 1 lavoratore ogni 1,8 pensionati. E questo significa che ogni lavoratore dovrà versare contributi in grado di garantire la pensione a 1,8 persone.