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Riforma pensioni, uscita a 63 anni con e senza penalizzazioni

Secondo Cesare Damiano la riforma pensioni dovrebbe prevedere il pensionamento a 63 anni con e senza penalizzazioni. Vediamo l’idea.

Tra i tanti esperti di previdenza che stanno dicendo la loro in questo periodo di aperto dibattito per il post quota 100, si è espresso anche Cesare Damiano che suggerisce la flessibilità in uscita a 63 anni con penalizzazioni, sì, ma non per tutti.

Riforma pensioni: uscita a 63 anni

In un’intervista rilasciata a “Il Mattino”, Damiano ci tiene a sottolineare che “Salvini si é fatto vanto di avere cancellato o meglio superato la riforma Fornero: ma in realtà Quota 100 é transitoria, scade il 31/12/2021 e poi la legge Fornero , a dispetto di quello che dice il capo della Lega , tornerà in tutto il suo cosiddetto splendore”.

Secondo l’esponente dem, l’unica via che permetterebbe una flessibilità in uscita dopo la quota 100 potrebbe essere la pensione a 63 anni con almeno 36 anni di contributi.

Si, sarebbero previste penalizzazioni limitate ma non per tutti. In questo periodo di emergenza sanitaria che non si sa quando terminerà, infatti, è da tenere conto anche dei lavoratori fragili e più esposti al rischio contagio, ai quali si dovrebbe permettere un pensionamento anticipata senza tagli sull’assegno.

Un occhio di riguardo, poi, è da tenere anche per le donne e gli usuranti.

Per i lavoratori, invece, che scelgono il pensionamento a 63, la penalizzazione da applicare dovrebbe essere limitata e Damiano propone un 2% per ogni anno di anticipo (che porterebbe ad una penalizzazione totale di un massimo 8%).