I buoni fruttiferi postali, da sempre, sono la forma di investimento preferita dagli italiani. Forse perchè viene considerato un investimento sicuro anche nel caso si voglia investire sul risparmio dei figli e far lievitare il tesoretto messo da parte. Un tempo i BFP promettevano e regalavano interessi molto buoni, ad oggi impensabili. E anche se l’effettivo guadagno nell’investire in Buoni Fruttiferi Postali non è così conveniente, resta la forma di accantonamento più scelta in Italia.
Oggi, poi, con i buoni fruttiferi dematerializzati vi è la possibilità di rimborsi parziali che non vadano, quindi, a svincolare l’intero valore del buono. Vediamo come funziona.
Rimborso buoni fruttiferi postali dematerializzati
I buoni fruttiferi postali possono essere cartacei e dematerializzati. Quando si sottoscrive un BFP cartaceo al momento dell’investimento si riceverà un titolo cartaceo che andrà esibito al momento del rimborso. Va, quindi custodito e mantenuto per tutti gli anni di durata dell’investimento.
Se, invece, si scegli un buono fruttifero dematerializzato, non si riceve un titolo cartaceo e non ci si deve preoccupare della conservazione del buono. Ma non è solo questa la convenienza nello scegliere un buono fruttifero dematerializzato visto che prevede anche condizioni di rimborso differenti.
Innanzitutto, però, specifichiamo che può sottoscrivere un buono fruttifero dematerializzato solo chi è titolare di un libretto di risparmio postale o di un conto corrente postale.
Il funzionamento dell’investimento per cartacei e dematerializzati è praticamente lo stesso: si sottoscrive un buono e si porta alla scadenza per avere indietro capitale investito e interessi maturati (in alcuni casi spettano le cedole degli interessi anche a determinati step di investimento). Se si decide di chiedere il rimborso prima della scadenza, però, si avrà diritto soltanto a riavere indietro il capitale, non ricevendo alcun guadagno sotto forma di interessi.
Per questo motivo è importante portare i buoni a scadenza, per avere riconosciuti gli interessi maturati.
Il buono fruttifero cartaceo, quindi, se si vuole riscuotere prima, dovrà essere interamente disinvestito. Facciamo l’esempio di un investimento di 1000 euro: anche se servisse liquidità per soli 500 euro il cartaceo dovrà essere riscosso per intero.
Il buono fruttifero dematerializzato, invece, permette anche il rimborso parziale del capitale investito (quello cartaceo resta, invece, indivisibile). Anche se il rendimento di buoni cartacei e dematerializzati è lo stesso, il rimborso parziale dei dematerializzati offre un sicuro vantaggio a chi vuol sottoscriverli.
Si può chiedere il rimborso del buono dematerializzato in qualsiasi momento, come avviene con i cartacei, ma la differenza sostanziale è che per i dematerializzati si può procedere ad un rimborso parziale per multipli di 50, lasciando il resto del capitale investito a maturare interessi.
Con il buono fruttifero postale dematerializzato, quindi, il vantaggio principale è nel rimborso (che a scadenza avviene direttamente sul conto corrente o libretto di risparmio postale comprensivo di interessi) visto che esiste la possibilità di richiederlo anche solo parziale.