Il decreto Milleproroghe si conferma un’occasione cruciale per introdurre provvedimenti strategici, spesso contesi tra le forze politiche. Tra le novità più rilevanti, la Lega sta promuovendo la rottamazione quinquies per consentire il pagamento delle cartelle esattoriali, notificate entro il 2023, senza sanzioni né interessi, dilazionando l’importo in 120 rate mensili, (10 anni).
Dopo un’iniziale resistenza del Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) e in particolare del viceministro Maurizio Leo, negli ultimi giorni sono emersi segnali di apertura. Il viceministro ha annunciato un primo passo verso un sistema di pagamento più flessibile, estendendo il numero massimo di rate da 72 a 84 per i debiti fiscali nella rateizzazione delle cartelle esattoriali. La Lega, però, spinge per accelerare ulteriormente, cercando di includere la rottamazione quinquies nel Milleproroghe entro la scadenza per gli emendamenti, fissata al 21 gennaio.
Come funziona la rottamazione quinquies
La proposta si distingue per alcune innovazioni rispetto alle precedenti definizioni agevolate. Innanzitutto, include i debiti affidati all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2023, un arco temporale molto ampio. I contribuenti dovrebbero pagare solo il capitale originario, senza interessi o sanzioni, rendendo il sistema più sostenibile.
Un altro elemento di novità è la possibilità di saltare fino a 8 rate, anche non consecutive, senza perdere i benefici della misura. La prima scadenza per i versamenti sarebbe fissata al 31 luglio 2025, offrendo ai cittadini tempo sufficiente per aderire.
La rottamazione quinquies è sostenuta soprattutto da figure della Lega come Alberto Gusmeroli e Massimo Bitonci, che la presentano come un provvedimento di equità fiscale. Tuttavia, non mancano le resistenze all’interno della maggioranza. Forza Italia si mostra disponibile al confronto, mentre Fratelli d’Italia esprime dubbi, sostenendo che un’iniziativa così rilevante non possa essere introdotta senza un dibattito approfondito.
La questione si complica ulteriormente perché il Milleproroghe include già numerose proroghe importanti, come il rinvio delle polizze catastrofali e il prestito ponte per l’ex Ilva. Questo riduce il tempo per discutere ed eventualmente approvare l’emendamento.
La sfida della rottamazione
L’introduzione della rottamazione quinquies nel Milleproroghe non è priva di ostacoli. Formalmente, l’emendamento rappresenta una riapertura dei termini e non una vera proroga, rischiando di risultare fuori contesto rispetto al decreto. Inoltre, il governo deve fare i conti con risorse limitate: i fondi raccolti finora, circa 1,6 miliardi di euro, sono insufficienti per sostenere misure fiscali strutturali.
Se approvata, la rottamazione quinquies potrebbe rappresentare un compromesso tra recupero crediti e sostegno alle famiglie, ma resta da vedere se le divergenze politiche saranno superate in tempo. Questa misura, oltre ad avere un forte impatto fiscale, si configura anche come un test per l’equilibrio politico della maggioranza.
Leggi anche: