Doveva scadere il 31 aprile del 2023 e invece è stata spostata al 30 giugno del 2023. Parliamo naturalmente della sanatoria delle cartelle esattoriali conosciuta meglio come rottamazione quater. Ma lo slittamento ha contribuito ad aumentare un problema che già inizialmente era evidente. E si tratta delle prime due rate troppo, le due più costose che adesso diventano troppo vicine tra loro. E c’è il rischio che molti già dalla prima rata nonostante la domanda presentata, finiscano nella decadenza dalla rottamazione.
La rottamazione quater, termini scaduti, adesso risposta dell’Agenzia delle Entrate e pagamenti
Chi ha presentato domanda di rottamazione delle cartelle adesso attende la risposta nell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Perché è è necessario che il concessionario alla riscossione accetti la domanda e fornisca al contribuente gli importi esatti da pagare, il numero delle rate ammesse e tutte le cartelle che sono state confermate come in rottamazione. Una risposta che dovrebbe arrivare entro il 30 settembre prossimo. Poi si passerà a pagare le rate che possono essere massimo 18, come nel modello di domanda i contribuenti avranno provveduto a verificare.
Troppo onerose le prime due rate della rottamazione delle cartelle
Una volta ricevuta la risposta, il contribuente dovrà iniziare a programmare i pagamenti. Le prime due rate scadranno il 31 ottobre ed il 30 novembre di quest’anno. Le altre ogni 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre dal 2024 al 2027. Le prime due rate pari come importo, al 10% ciascuna, e cioè al 20% totale del debito. le altre invece tutte pari al 5%. Il problema che si manifesta adesso è che di fatto ai contribuenti il 30 settembre potrebbe arrivare l’ok alla sanatoria, con obbligo di pagare entro 60 giorni (ottobre e novembre), due rate che per debiti ingenti, potrebbero risultare molto alte. Ed a poco servono i 5 giorni di tolleranza che vengono concessi su ogni rata. Perché c’è il concreto rischio di finire nella decadenza dalla rottamazione in caso di mancato pagamento.