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Sanatoria cartelle: nuove cartelle cancellate, ecco le novità

Per la sanatoria della cartelle si cambia e la cancellazione potrebbe godere di una profonda estensione anche ai Comuni.

La tregua fiscale introdotta dal governo e come fare per sfruttarla a pieno. Una domanda che molti contribuenti italiani si fanno adesso visto che il provvedimento ormai è entrato nel vivo. Infatti la rottamazione delle cartelle è partita con la possibilità di presentare domanda. Nel frattempo i Comuni hanno deciso di aderire o meno allo stralcio. Tradotto in termini pratici, tutte le misure introdotte dal decreto fiscale che fanno parte del pacchetto fiscale della legge di bilancio ormai sono in azione. Qualcosa però potrebbe ancora cambiare. Naturalmente non per la rottamazione che è un provvedimento già ben definito e privo di difficoltà. Parliamo piuttosto di cancellazione d’ufficio e stralcio delle cartelle. Infatti pare che è nel decreto milleproroghe qualche novità sia stata prevista, anche se non ancora approvata dall’esecutivo.

Come funziona la rottamazione delle cartelle 2023

Dal punto di vista fiscale la rottamazione delle cartelle è il provvedimento che copre il periodo temporale più lungo. Effettivamente, con la rottamazione delle cartelle i contribuenti potranno ottenere importanti sconti su sanzioni e interessi e potranno pagare a rate, quelle cartelle affidate al concessionario della riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Anzi, per le notifiche digitali delle cartelle, si arriva a luglio 2022. Chi entra nella rottamazione e presenta la domanda potrà godere di uno sconto piuttosto netto. Il provvedimento ormai è definito con le cartelle che vengono tagliate di sanzioni e interessi per i ritardata iscrizione a ruolo, e rateizzate fino a 5 anni con 18 rate a cadenza trimestrale. Sconti e rate quindi, con l’aggiunta, per chi sceglie la dilazione, di interessi pari al 2%. Della sanatoria cartelle la rottamazione ormai è definitiva.

Sanatoria cartelle: nuove cartelle cancellate, ecco le novità

Le cartelle più vecchie, se di importo inferiore a 1.000 euro ed affidate alla riscossione coattiva quando il concessionario era ancora Equitalia (cartelle fino al 2015 ed Agenzia delle Entrate Riscossione che ha sostituito Equitalia solo nel 2017), possono rientrare in alcuni casi nella cancellazione, in altri nello stralcio. Cancellate d’ufficio le cartelle affidate al concessionario e relative a debiti con Agenzie Fiscali, Amministrazioni Statali e Casse previdenziali come l’INPS, cioè pubbliche. Nello stralcio le cartelle relative a multe e tasse degli enti locali. Ma solo se Comuni ed enti differenti da quelli statali hanno aderito o meno.

Si cambia, cancellate altre cartelle ai contribuenti?

Proprio tra cancellazione e stralcio qualcosa potrebbe cambiare adesso. In effetti si parla di aprire alla possibilità di estendere la cancellazione totale anche alle cartelle degli enti locali, sempre che il Comune o l’altro ente dica di si. In effetti con l’emendamento si parla di allungare al 31 marzo la facoltà di scegliere da parte dei Comuni, se aderire o meno alla sanatoria cartelle. La scadenza era fissata lo scorso 31 gennaio. Inoltre si concede la facoltà al Comune non solo di aderire allo stralcio, con abbattimento delle sole sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo, ma di aderire alla cancellazione totale delle cartelle. La differenza tra cancellazione e stralcio infatti non è certo minima. Con lo stralcio il debito, per quanto riguarda quella che può essere chiamata quota capitale, resta da versare. Con la cancellazione invece anche questa parte della cartella viene azzerata. L’emendamento è solo una proposta correttiva, che non è stata ancora approvata. Ma dal momento che arriva dalla maggioranza del governo, non èp esagerato dire che ci sono ottime possibilità.