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Sanità, sempre più persone non hanno accesso alle cure: ecco perchè

Sempre di più sono gli italiani che rinunciano alle cure per i motivi più vari. Vediamo quali sono e perchè il SSN è sempre più a rischio.

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sta attraversando una fase critica che preoccupa sempre di più i cittadini e gli esperti del settore. Secondo i dati diffusi dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), nel 2023 circa il 7,6% degli assistiti ha rinunciato a curarsi, un aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente.

Questo dato tradotto in numeri concreti corrisponde a circa 4,5 milioni di persone che, per vari motivi, non hanno avuto accesso alle cure di cui avevano bisogno. La crescente difficoltà nell’accedere al sistema sanitario è causata da diversi fattori:

  • la crisi economica che rende difficili le spese per i cittadini;
  • le lunghe liste d’attesa che rallentano l’erogazione delle prestazioni sanitarie;
  • i disagi legati alla lontananza dei servizi o alla difficoltà di raggiungere i luoghi in cui vengono erogate le cure.

La situazione, purtroppo, non sembra migliorare, e la legge di Bilancio 2025, pur affrontando il tema, non risulta essere una risposta sufficiente a un problema che continua ad aggravarsi.

I motivi delle rinunce alle cure

Le rinunce a curarsi, come sottolineato dal Cnel, sono un chiaro segnale di una crisi che colpisce un numero sempre maggiore di cittadini italiani. I motivi dietro queste rinunce sono molteplici:

  • da un lato, la situazione economica che spinge le persone a rinunciare a cure costose o a visite specialistiche non urgenti;
  • dall’altro, le lunghe liste d’attesa per interventi e prestazioni che rendono difficile l’accesso tempestivo ai trattamenti;
  • a questo si aggiungono le difficoltà logistiche: molte persone, soprattutto quelle che vivono in aree rurali o periferiche, non riescono a raggiungere facilmente ospedali o ambulatori.

La combinazione di questi fattori sta creando una situazione insostenibile, che rende il Sistema Sanitario Nazionale sempre più distante dai bisogni reali della popolazione.

Questi numeri devono far riflettere. Il SSN, che dovrebbe essere il pilastro della sanità, sta diventando un sistema sempre più esclusivo, dove una parte della popolazione si vede costretta a rinunciare a cure di base per motivi economici o logistici.

L’allarme lanciato dal Cnel è forte e chiaro: serve una riforma profonda e tempestiva, una “cura ricostituente” che rimetta al centro della politica sanitaria le persone e i loro bisogni. Purtroppo, al momento, la risposta della politica non sembra sufficiente. La legge di Bilancio 2025, purtroppo, ha trattato il tema solo marginalmente, senza affrontare con la necessaria urgenza la crisi del sistema sanitario.

Un parallelismo inquietante

Mentre i numeri del Cnel parlano di un’Italia che rinuncia a curarsi, il clima di frustrazione crescente sembra alimentare un malcontento che non riguarda solo i cittadini, ma anche il personale sanitario.

Già in altre nazioni, come gli Stati Uniti, abbiamo visto come la disillusione verso i sistemi sanitari pubblici possa dar vita a fenomeni estremi. Un esempio emblematico è quello di Luigi Mangione, un personaggio americano accusato di aver ucciso il capo di una grande compagnia assicurativa sanitaria.

Mangione ha suscitato il consenso popolare perchè le sue azioni venivano interpretate come una reazione contro un sistema sanitario considerato troppo speculativo. Sebbene in Italia la situazione non sia ancora arrivata a questi estremi, è evidente che la crescente diffidenza e frustrazione nei confronti del sistema sanitario pubblico e privato sta creando un terreno fertile per episodi di violenza, come quelli registrati recentemente contro il personale medico.

Il rischio di un sistema sanitario sempre più fragile

In un contesto così critico, le scelte politiche del governo non sembrano rispondere adeguatamente alla crisi del sistema sanitario. Mentre si parla molto di incentivi per l’incremento demografico, come i bonus per le famiglie, si tralascia il problema della sanità, che rischia di essere il vero tallone d’Achille del Paese.

Una popolazione che cresce senza un adeguato sistema di supporto sanitario rischia di trovarsi ancora più esposta ai problemi economici e alle disuguaglianze. Inoltre, l’effetto dei bonus demografici potrebbe esaurirsi nel breve termine, portando a un aumento delle rinunce alle cure e a un aggravamento delle disuguaglianze sociali.