In questo ultimo periodo c’è una corsa al pensionamento anticipato. Ma non ci si ferma a riflettere. E si preferisce il pensionamento subito per, poi, magari continuare a lavorare ed incrementare la pensione con un supplemento di pensione.
Ma questa scelta non è conveniente. Perchè il supplemento è calcolato interamente con il sistema contributivo. Mentre se si ritardasse l’uscita dal mondo del lavoro a risentirne sarebbe anche la quota retributiva della pensione.
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Lavorare fino a 71 anni
Per chi sceglie di prolungare l’attività lavorativa fino ai 71 anni, anzichè uscire a 67 anni i vantaggi sono molteplici. Innanzitutto si troverebbe con una pensione calcolata con 4 anni di contributi versati in più (che con una stipendio lordo di 30.000 euro equivalgono in media a 40/45 euro di pensione in più al mese).
Senza dimenticare poi, che l’intero montante contributi, almeno per la quota contributiva della pensione, sarebbe calcolato con il coefficiente di trasformazione relativo ai 71 anni che, in assoluto è il più conveniente.
Ovviamente permanere in servizio fino a 71 anni non è possibile per tutti. Non per i dipendenti pubblici, ad esempio. E non per chi svolge un lavoro particolarmente faticoso. Ma soprattutto per chi è autonomo e decide di continuare a versare contributi anche dopo il pensionamento sarebbe il caso di fare due conti e capire cosa realmente conviene di più tra l’andare in pensione subito o andarci, magari qualche anno dopo con assegno ben più pesante.