Senza invalidità al 100% e senza legge 104, ma con 10 anni di pensione in più, ecco l’alternativa dell’INPS Senza invalidità al 100% e senza legge 104, ma con 10 anni di pensione in più, ecco l’alternativa dell’INPS

Senza invalidità al 100% e senza legge 104, ma con 10 anni di pensione in più, ecco l’alternativa dell’INPS

Come funziona la pensione anticipata per invalidi e perché ci sono modi per andare in pensione anche 11 anni prima.

Andare in pensione prima del previsto è l’aspirazione di ogni lavoratore. A maggior ragione se il lavoratore è invalido e quindi se ha necessità di vedere come fare a lasciare prima il suo lavoro. Il sistema previdenziale ha diverse misure che permettono di lasciare il lavoro prima. Ma a volte pochi considerano come valide per andare in pensione prima alcune misure che invece tornerebbero molto utili.
Una delle misure più favorevoli che esistono si chiama pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile e consente di anticipare la pensione di 11 anni per le donne e di 6 anni per gli uomini. Dal nome si evince che si tratta di una misura di pensionamento anticipato, ma che, come per le pensioni di vecchiaia, ha una carriera contributiva da centrare pari a 20 anni.

E soprattutto, parla di invalidità, anche se non civile ma specifica.
Andare in pensione prima ma quanto prima? La misura è probabilmente quella che prevede età di uscite più basse tra quelle previste.

Invalidi senza legge 104 ma con una pensione da 56 a 61 anni, ecco come anticipare l’uscita


Con la pensione anticipata con invalidità pensionabile si può andare in pensione anche a 56 anni. Una età nettamente bassa quindi. Basti pensare che oggi un invalido può scegliere tra diverse misure pensionistiche, ma tutte ad età nettamente maggiori.

Ed anche se ci sono misure per invalidi che non prevedono un limite anagrafico, sono misure che hanno una carriera contributiva talmente lunga da centrare che rende l’uscita a 56 anni praticamente impossibile.
Per l’Ape sociale, che è una delle misure destinate ad invalidi civili al 74%, servono oggi 63 anni e 5 mesi di età con 30 anni di contributi. Per Opzione Donna servono 61 anni a meno che l’invalida non abbia avuto dei figli, ed in questo caso l’età scende a 59 anni con due o più figli oppure a 60 anni con un solo figlio.

Precoci e quota 41, ecco perché non è l’unica misura che permette il pensionamento

La quota 41 per i precoci, sempre per invalidi al 74% almeno, non ha limiti di età. Ma per completare i 41 anni di contributi necessari, anche iniziando a lavorare a 18 anni come precoce, porta l’uscita a quasi 60 anni di età.
Ecco quindi che la pensione con invalidità pensionabile è molto favorevole.

Pensioni e invalidità specifica, cosa cambia rispetto all’invalidità civile?
Con la pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile, possono uscire in questo 2024 le nate nel 1968. Perché sono le donne che con 56 anni di età e 20 anni di contributi possono lasciare il lavoro. Per gli uomini i requisiti sono più elevati. Infatti nel 2024 possono uscire i nati nel 1963 e cioè quelli che hanno compiuto almeno 61 anni di età. Ma non si parla di invalidità civile naturalmente.

A prescindere dal fatto che serve l’80% di grado di invalidità e non il 74% come per Opzione Donna, Ape sociale e quota 41, l’invalidità civile non serve.
L’invalidità civile è considerata generica in quanto parla di riduzione della capacità lavorativa di un soggetto, per qualsiasi attività. L’invalidità specifica invece riguarda il lavoro che il soggetto ha svolto per la maggior parte della sua vita lavorativa.

Ecco come funziona l’invalidità specifica per le pensioni a 56 o 61 anni

La procedura per ottenere questa particolare invalidità è simile a quella della invalidità civile. Infatti si parte dal certificato medico introduttivo del medico curante per poi passare alla domanda all’INPS ed alla successiva visita medica presso la commissione.

Nel certificato medico però ci deve essere il richiamo alla Legge 222 del 12 giugno 1984, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 16 giugno 1984. Si tratta appunto della Legge che reca disposizioni sulla “Revisione della disciplina dell’invalidità pensionabile.”

Ecco alcuni esempi da considerare per capire le differenze

Potrà sembrare un qualcosa di complicato da capire ma l’invalidità pensionabile è una cosa abbastanza semplice. Chi crede che sia complicato arrivare all’80% di invalidità specifica e che sia più semplice arrivare all’80% di invalidità civile, deve comprendere di cosa parliamo. Ci sono patologie più o meno gravi e ci sono invalidità ed invalidità.

Se la menomazione di cui è affetto un individuo può sembrare grave ma non talmente grave da incidere sulle possibilità di continuare a svolgere il suo lavoro, ecco che si può arrivare ad un grado di invalidità civile elevato, ma che non offre possibilità di andare in pensione se non rientrando in una delle misure prima citate ma ad età nettamente più elevate.
Invece ci sono menomazioni che possono essere considerate basse come invalidità civile, ma che precludono l’attività lavorativa in maniera più seria. Perché è una menomazione che non permette all’interessato di svolgere il lavoro che ha sempre svolto.
Basti pensare all’orefice che ha bisogno di una vista ottimale per svolgere il suo lavoro.