Anche senza una riforma delle pensioni strutturale, il 2025 potrebbe essere un anno decisivo per chi sogna di lasciare il lavoro in anticipo. Mentre si discute la riforma definitiva del sistema pensionistico italiano, molti lavoratori stanno cercando soluzioni già esistenti per uscire prima dal mondo del lavoro, sfruttando scorciatoie legali che il sistema consente. Dal riscatto dei contributi ai contributi figurativi, esistono strategie che, se ben pianificate, possono accelerare il momento della pensione.
Riscatto contributi: un’opportunità da valutare subito anche senza riforma pensione
Uno degli strumenti più efficaci per anticipare la pensione è il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione, come gli anni di studio universitario o i vuoti contributivi. Il riscatto della laurea è il più conosciuto: consente di trasformare gli anni di studio in anni utili ai fini pensionistici. Se effettuato in forma agevolata, soprattutto per i periodi dopo il 1996, ha un costo abbastanza contenuto e può rappresentare una via d’uscita anticipata dal lavoro.
Il riscatto può riguardare anche periodi di inattività lavorativa non coperti da versamenti INPS, purché ricadano in determinati criteri previsti dalla legge. Si tratta di un’opzione utile soprattutto per chi è vicino ai requisiti contributivi minimi ma non li ha ancora raggiunti.
Contributi figurativi: l’arma silenziosa per andare prima in pensione
Pochi lavoratori sono consapevoli del peso che i contributi figurativi possono avere sul calcolo della pensione. Questi contributi vengono accreditati senza oneri a carico del lavoratore, in occasioni come:
- malattia e infortunio sul lavoro;
- cassa integrazione;
- servizio militare;
- disoccupazione (Naspi);
- congedi parentali e maternità;
- assistenza a familiari con legge 104.
Questi periodi non solo non penalizzano, ma anzi potrebbero aumentare l’anzianità contributiva, aiutando a raggiungere prima i requisiti per l’accesso alla pensione. Attenzione, però: non tutti i periodi figurativi sono validi per ogni forma di pensione. Per esempio, ai fini di Quota 103 od opzione donna, contano solo alcune tipologie.
Flessibilità e uscite anticipate: il 2025 potrebbe sorprendere
La flessibilità pensionistica è al centro del dibattito. In attesa della riforma definitiva, restano in vigore diverse opzioni per anticipare l’uscita dal lavoro:
- Quota 103: con almeno 62 anni d’età e 41 anni di contributi;
- Opzione Donna: destinata a lavoratrici con requisiti specifici e penalizzazioni sull’assegno;
- Ape Sociale: per chi svolge lavori gravosi o si trova in condizioni svantaggiate;
- Pensione anticipata ordinaria: con 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne), a prescindere dall’età.
E proprio sfruttando i riscatti e i contributi figurativi, è possibile raggiungere prima questi traguardi, migliorando le possibilità di uscire dal mondo del lavoro già nel corso del 2025.