Le pensioni di vecchiaia ordinarie si centrano oggi a 67 anni di età. Poi ci sono tutta una serie di altre misure di pensionamento anticipato, in deroga ai requisiti ordinari e con età che variano da misura a misura.
Ci sono per esempio i 63,5 anni dell’Ape sociale, i 62 anni della quota 103, i 64 delle pensioni anticipate ordinarie. Ma non esiste una misura che vede nei 60 anni di età esatti, la giusta età pensionabile. Eppure, si può andare in pensione anche a 60 anni. Basta sapere cosa fare e che misura sfruttare.
Si può andare in pensione anche a 60 anni, ecco come si può fare
In pensione a 60 anni è una possibilità che è presente nel sistema anche se non esiste specificatamente una misura che ha in questa età quella pensionabile. Oggi a 60 anni di età le uniche misure che consentono di uscire perché hanno una età di partenza più bassa, sono destinate alle donne.
Parliamo di opzione donna e della pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile. In entrambi i casi parliamo di misure con particolari requisiti che il più delle volte sono difficili da centrare. Ed anche perché si tratta di misure a platea sensibilmente limitata e ridotta.
In pensione a 60 anni, per le donne più semplice?
Per esempio, solo licenziate o alle prese con crisi aziendali o invalide e caregivers che hanno avuto più figli nella loro vita, possono andare in pensione con opzione donna a 59 o 60 anni. E solo le donne con invalidità pensionabile almeno all’80% possono uscire dal lavoro già a 56 anni.
Per esempio, con la stessa invalidità e con la stessa misura gli uomini devono attendere i 61 anni. Eppure come già detto, si può andare in pensione anche a 60 anni.
Pensioni a 60 anni di età sono una possibilità che riguarda per esempio, chi ha una carriera lavorativa talmente lunga da rientrare nelle uniche due misure che non prevedono il requisito anagrafico da completare.
Le due misure sono la pensione anticipata ordinaria e la quota 41 per i precoci. In entrambi i casi gli unici requisiti da centrare sono quelli contributivi.
Pensioni anticipate ordinarie e quota 41 per i precoci, ecco le differenze
Per le pensioni anticipate ordinarie, che possono essere considerate le ex pensioni di anzianità, bisogna arrivare a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini oppure a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Di questi, 35 anni di versamenti devono essere effettivi e senza i contributi figurativi per Naspi o per altre indennità per disoccupati e senza quelli da malattia indennizzata INPS. Per la quota 41 precoci invece, oltre allo stesso vincolo dei 35 anni effettivi, almeno un anno di versamenti deve essere antecedente il diciannovesimo anno di età.
Con la quota 41 per i precoci uscite a 60 anni, ecco come
Naturalmente più anni di contributi prevede una misura, più è arduo riuscire ad andare in pensione a 60 anni di età. Quindi, è più facile farlo con la quota 41 per i precoci per esempio.
Ma va detto che non basta lo status di precoce o il maturare i giusti requisiti contributivi per la quota 41. Infatti gli interessati devono essere alternativamente dei disabili, dei caregivers, degli addetti ai lavori gravosi o dei disoccupati. E tutti con ulteriori e specifici requisiti da centrare in base alla categoria di appartenenza.
Resta il fatto che se davvero serve un anno di versamento prima dei 19 anni di età, è facile che ci siano lavoratori che a 60 anni hanno completato i 41 anni necessari. Chi ha iniziato a lavorare a 18 anni, trovando lavoro duraturo e in continuità, può davvero raggiungere 41 anni di contribuzione a 60 anni. Potendo così uscire con la quota 41.
Pensioni anticipate ordinarie, ecco come uscire a 60 anni
Più difficile farlo con le pensioni anticipate ordinarie che di fatto prevedono per gli uomini quasi due anni in più di contributi rispetto alla quota 41 per i precoci.
Per uscire a 60 anni significa che un lavoratore dovrebbe aver iniziato a versare contributi tra i 17 ed i 18 anni di età. E come prima detto, dovrebbe aver trovato un lavoro continuo e duraturo.