Un lavoratore malato può accedere alla pensione o deve, in ogni caso, raggiungere i requisiti chiesti dalla Legge Fornero? Si può andare in pensione per malattia? Partiamo dal presupposto che, nonostante quello che molti erroneamente suppongono, nel nostro ordinamento previdenziale non è mai esistita una pensione per malattia.
Neanche oggi il lavoratore malato può accedere alla pensione se non ha raggiunto i requisiti richiesti da una delle diverse misure messe a disposizione. Chi, quindi, per motivi di malattia non riesce più a lavorare cosa deve fare? Scopriamolo.
Pensione per malattia, quali sono le soluzioni?
L’unico modo per andare in pensione prima quando si è affetti da malattie è con il riconoscimento dell’invalidità civile. La Commissione medica dell’Asl/Inps infatti, riconosce la perdita di capacità lavorativa a causa delle malattie. In questo caso è possibile fruire di diverse agevolazioni.
Con una percentuale di invalidità civile del 74% è possibile richiedere l’assegno mensile di invalidità per invalidi parziali (ha un importo di 333 euro circa) che, sicuramente, non permette a nessun lavoratore di poter smettere di lavorare per il suo importo molto basso. Di contro, se si continua a lavorare non si può percepire l’assegno nella maggior parte dei casi.
Con invalidità civile di almeno il 75%, invece, al disabile è riconosciuta una maggiorazione contributiva che aiuta a raggiungere il requisiti contributivo di pensionamento. La maggiorazione è pari a 2 mesi di contributi in più per ogni anno lavorato con i requisiti sanitari richiesti.
Smettere di lavorare per motivi di salute
L’unica prestazione che consente di andare in pensione prima per motivi di salute è l’assegno ordinario di invalidità che richiede solo il 67% di invalidità civile. La perdita di capacità lavorativa, in questo caso, va ricercata nella mansione svolte. Per fare un esempio calzante, la zoppia potrebbe portare il carpentiere a vedersi riconoscere l’assegno mentre per il dipendente che lavora in ufficio il beneficio potrebbe non essere riconosciuto (nel lavoro d’ufficio la zoppia, infatti, non limita la capacità lavorativa).
Per chi ha avuto una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%, se lavora nel settore privato, c’è la possibilità di pensionamento con un ingente anticipo. Per le donne è possibile accedere alla pensione a 56 anni, in presenza di almeno 20 anni di contributi versato, per gli uomini a 61 anni.