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Stangata sulle pensioni: dal 2025 al 2027 ecco come si allontana l’uscita, serviranno fino a 5 anni in più

In arrivo una stangata sulle pensioni? Tutto lo fa supporre anche se ancora non ci sono certezze. Vediamo cosa può accadere da qui al 2027.

Bisogna prepararsi a una vera e propria stangata sulle pensioni che inizierà nel 2025, dopo la Legge di Bilancio, e si concluderà il 1° gennaio 2027. In questo biennio si verificheranno delle condizioni che, se attuate, porteranno l’età pensionabile ad allungarsi anche di 5 anni per alcuni lavoratori. Per i più fortunati l’aumento sarà solo di pochi mesi.

Vediamo nello specifico cosa potrebbe succedere dal prossimo anno e cosa accadrà sicuramente nel 2027.

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Riforma pensioni 2025

Il governo non ha mai cercato di nasconderlo, il suo intento è quello di far restare i lavoratori in servizio il più a lungo possibile e ritardare i pensionamenti. Si è parlato di eliminare il collocamento a riposo d’ufficio per i dipendenti pubblici e di incentivare la permanenze al lavoro di quelli del settore privato.

Ma ai più attenti non sarà certamente sfuggito che si è parlato di rivedere i requisiti di accesso alla pensione modificando la Legge Fornero. Questa potrebbe essere la brutta sorpresa che ci riserva la Legge di Bilancio. Le proposte fatte in tal senso sono due, una più preoccupante, una meno.

La proposta meno preoccupante vorrebbe allungare le finestre di uscita della pensione anticipata ordinaria da 3 a 7 mesi, questo richiederebbe ai lavoratori una permanenza in servizio di 4 mesi in più rispetto al 2024.

La proposta più preoccupante, però, è quella che riguarda i contributi necessari per accedere alla pensione di vecchiaia: si vorrebbe innalzarli dagli attuali 20 a 25. Si immaginano le conseguenze di una simile decisione?

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In pensione 5 anni dopo

Supponiamo che l’ipotesi passi e che dal 2025 siano necessari 25 anni di contributi per accedere alla pensione di vecchiaia con 67 anni. Un lavoratore che compie i 67 anni nel 2025 e ha solo 20 anni di contributi, senza una salvaguardia sarebbe costretto a restare al lavoro per 5 anni in più per raggiungere il requisiti contributivo. Lo stesso accadrebbe anche al lavoratore che compirebbe i 67 anni con soli 21, 22, 23 o 24 anni: la pensione non sarebbe accessibile e dovrebbe perfezionare il requisito contributivo.

Se da una parte è impensabile che possa accadere una cosa del genere, non dimentichiamo i danni fatti nel 2012 dall’entrata in vigore della legge Fornero. Una misura che aumenti i requisiti della pensione di vecchiaia avrebbe bisogno, a mio avviso, di almeno uno scivolo di 5 anni per non esodare nessuno di coloro che in quel periodo raggiunga il diritto alla pensione di vecchiaia. In ogni caso non ci è ancora dato sapere se l’aumento sarà attuato o meno e neanche secondo quali modalità.

Cosa accadrà nel 2027?

Una cosa certa, però, è che l’età pensionabile salirà nel 2027. La legge Fornero, infatti, prevede un meccanismo in base al quale i requisiti di pensionamento siano adeguati all’aspettativa di vita.

Il primo aumento si è avuto nel 2013 di 3 mesi, il secondo nel 2016 di 4 mesi, il terzo nel 2019 di 5 mesi. Nel 2021 e nel 2023 non ci sono stati aumenti perché l’aspettativa di vita (Causa Covid) non è salita). Il prossimo aumento è atteso il 1° gennaio 2027 quando l’età pensionabile subirà altri quattro scatti a cadenza biennale (fino al 2033) che porteranno a un aumento di 3 mesi ogni biennio.

Questo significa che nel 2027 saranno necessari 67 anni e 3 mesi per accedere alla pensione di vecchiaia e 43 anni e 1 mesi per accedere alla pensione anticipata (per le donne un anno in meno). Ovviamente anche tutte le altre misure previdenziali saranno soggette all’aumento dell’età pensionabile. Da considerare, poi che avendo subito un blocco molto lungo si potrebbe decidere anche di fare in modo che ogni biennio l’aumento dell’età pensionabile più alto rispetto a quello fissato di 3 mesi. Non resta che attendere per capire quando e se riusciremo ad andare in pensione.