stipendio badante stipendio badante

Statali, rinnovo contratto: aumenti, le cifre e il Patto per l’innovazione

In dirittura di arrivo il rinnovo del contratto nelle PA, con cifre diverse a seconda di comparti e mansioni. Scopriamo le novità.

La promessa era di garantire ai lavoratori statali aumenti di stipendio a tre cifre, cioè superiori a 100 euro e sembra che la linea resti questa. Infatti in ambito lavoro nella Pubblica Amministrazione, ieri sì è tornato sull’argomento in in summit tra il neo Ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta e la triplice CGIL, CISL e UIL. 

L’occasione era la presentazione del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, un atto contenitore che al suo interno ha l’aumento stipendiale, la cancellazione dei limiti ai premi di produzione e l’indirizzo generale votato al lavoro agile e alla formazione.

Il nuovo contratto collettivo

In genere nella Pubblica Amministrazione quando si va a rinnovare un contratto dopo le linee guida generali di passa alla stesura comparto per comparto. Il nuovo contratto anche se non ancora definito, sembra ormai delineato e prossimo alla pubblicazione. 

I dettagli ormai sono noti da tempo e adesso sono stati quasi ufficializzati nel Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e per la coesione sociale” che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi ieri ha illustrato a Palazzo Chigi. Il fatto che si dia quasi per scontato l’ormai imminente fumata bianca sul rinnovo del contratto è dettata dal fatto che sul Patto governo e sindacati sembrano soddisfatti entrambi.

Mano libera per la negoziazione dei premi 

Se la voce più importante di ogni nuovo contratto, almeno dal punto di vista dei lavoratori, resta l’aumento di stipendio, una delle novità più importanti del nuovo documento è senza dubbio lo stop alle limitazioni sui premi di produttività dei lavoratori. Ciò significa che su questi premi di volta in volta di andrà alla libera negoziazione. 

Il perimetro di soggetti che sono interessati alle novità in arrivo è vasto perché sono più o meno 3,2 milioni i lavoratori pubblici in organico della generalità se Pubblico Impiego. 

Le cifre sugli aumenti

Sono tanti i punti cardine di questo accordo che porterà al nuovo contratto. Dal potenziamento con regolamentazione del lavoro agile alla nuova struttura delle progressioni di carriera. Come dicevamo però, l’aumento di stipendio è senza dubbio il lato dove l’attesa è massima. Ciò che traspare è che l’aumento medio, effettivo e lordo che verrà garantito sarà di circa 107 euro.

Medio e lordo abbiamo detto perché il calcolo parte proprio da una retribuzione media e lorda a dipendente di 34.250 euro l’anno. Proprio sule cifre di aumento c’è stata qualche frizione tra esecutivo e rappresentanti dei lavoratori (si arrivò allo sciopero indetto dai sindacati lo scorso dicembre)che conti alla mano si trovano a contestare questi 107 euro al mese ritenendoli sovrastimati. Per le parti sociali fin dall’inizio, sulle cifre di cui si parla ancora oggi,  vi era più di qualche perplessità.  

La loro stima si ferma infatti ad 83 euro lordi al mese, addirittura meno del tanto discusso aumento dell’ultima tornata contrattuale. Questo per via di alcune voci che vengono raggruppate nell’aumento stipendiale ma che dovevano rimanerne fuori come l’elemento perequativo a regime.

I numeri sono diversi a seconda del comparto

Stando a quanto si evince dal Patto e dalle stime dell’Aran, che resta l’Agenzia che ha il compito di tessere i rapporti tra PA e sindacati, l’aumento di stipendio da 107 euro al mese sarà diverso a seconda dei comparti e quindi a seconda del lavoratore pubblico. Va ricordato che la piattaforma di rinnovo riguarda si tutti i comparti della Pubblica Amministrazione, ma anche molti settori non propriamente statali quali le Regioni , gli Enti Locali, l’Università l’SSN o gli Enti di ricerca tanto per fare alcuni esempi.

Per esempio, l’aumento mensile lordo per gli infermieri si dovrebbe assestare a 97 euro, mentre per i docenti si arriverà a 91,50 euro. Da considerare poi che c’è il taglio del cuneo fiscale che dovrebbe garantire un bonus di 100 euro al mese per chi ha redditi fino a 28 mila euro annui ( e poi a scalare fino ad azzerarsi per redditi pari oi al di sopra di 40.000 euro). In questo caso i 100 euro di bonus fiscale si intendono al netto in busta paga.

Oltre che da comparto a comparto le cifre di aumento variano anche da settore a settore, nel senso che nello stesso ambito ci sono aumenti diversi in base al ruolo del lavoratore. Solo a titolo di esempio, negli Enti locali un lavoratore in organico e inquadrato al livello A avrebbe un aumento da 60,30 euro al mese, aumento che per un dirigente dello stesso Ente salirebbe a 334 euro.