Andare in pensione nel 2025 è più facile grazie alle novità del governo o no? Il dubbio resta e a seconda di chi interpreta le novità o a seconda dei lavoratori che potranno sfruttare o meno queste novità. Resta il fatto che andare in pensione in Italia, tra regole spesso restrittive, problemi di natura contributiva che un lavoratore ha avuto e problematiche di lavoro, non è la cosa più facile. A prescindere dalle novità introdotte quest’anno come si prescinde dalle tante misure introdotte negli anni passati.
Stop alla legge Fornero nel 2025? Una fake news o c’è del vero?
La cosa certa ormai da oltre 13 anni è che nessuna nuova riforma delle pensioni è stata introdotta. E con le regole di pensionamento e il sistema previdenziale che restano ancora collegati a doppio filo alla riforma Fornero. Una legge quella dell’allora Ministro del Lavoro del governo del Premier Mario Monti, cioè la professoressa Elsa Fornero, che tutti considerano come uno dei più rigidi interventi normativi della storia in materia pensionistica. E probabilmente a ragione. Poi per quanto riguarda le motivazioni di quella legge si può discutere circa lo stato di grave crisi di quegli anni e di uno Spread impazzito. Ma la sostanza non cambia. La legge Fornero ha irrigidito i requisiti per andare in pensione. Ma come sempre, c’è chi può ovviare a queste rigide regole. Non saranno tanti, ma c’è chi anche in questo 2025 potrà sfruttare alcuni canali preferenziali per uscire dal lavoro. Come se la riforma Fornero per loro non si applicasse.
Come si usciva dal lavoro prima della riforma Fornero
Fino al 2011 si andava in pensione con 40 anni di contributi ed a prescindere dall’età anagrafica con le pensioni di anzianità. Oppure si poteva uscire dal lavoro con 60 anni di età ma arrivando almeno a 35 anni di contributi ed allo stesso tempo, completando la quota 96. E per le pensioni di vecchiaia bastavano 65 anni di età per gli uomini e addirittura 60 anni per le donne.
Oggi servono 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 anni di contributi per le donne per le pensioni anticipate come le ha ribattezzate proprio la riforma Fornero cancellando di fatto le pensioni di anzianità. L’alternativa di allora era la quota 96. Adesso l’alternativa è diventata la quota 103. E si centra con 62 anni di età e ben 41 anni di contributi. Le pensioni di vecchiaia oggi vedono nei 67 anni di età l’età pensionabile, sempre in aggiunta ai soliti 20 anni di versamenti e senza differenze di genere. Un desolante quadro questo, che spiega nel dettaglio perché parliamo di inasprimenti.
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Però allo stesso modo non mancano misure favorevoli per uscire dal lavoro. Oggi con 40 anni di contributi oggi possono uscire dal lavoro quanti si trovano a poter riscattare alcuni anni di studio universitario. Infatti con il riscatto fino a massimo 5 anni del periodo dedicato allo studio universitario, c’è chi può ultimare una carriera ferma a 40 anni di contributi che in passato valeva per la pensione di anzianità e oggi non vale per la pensione anticipata ordinaria. basta riscattare alcuni anni di studio per poter comunque uscire dal lavoro dopo 40 anni di versamenti arrivando ai già citati 42,10 e 41,10 anni di versamenti rispettivamente per uomini o donne.
Chi può andare in pensione anche a 65 anni nel 2025
Uscire a 65 anni di età con 20 anni di contributi, più o meno come si poteva fare con le vecchie pensioni di vecchiaia, nel 2025 è ancora possibile. Ma è una possibilità che riguarda chi ha almeno 65 anni e 8 mesi di età, almeno 20 anni di versamenti, il primo versamento successivo al 31 dicembre 1995, ma solo se è una donna che ha avuto almeno 4 figli. Inoltre è necessario arrivare a prendere una prestazione non più bassa dell’importo dell’assegno sociale 2025.