Assegno di Inclusione, ecco a chi spettano meno di 18 mesi Assegno di Inclusione, ecco a chi spettano meno di 18 mesi

Stop assegno di Inclusione, ecco a chi spettano meno di 18 mesi

Assegno di Inclusione 2025 da rinnovare, perché c’è chi lo prenderà per meno di 18 mesi se non segue le istruzioni alla lettera.

Simile al Reddito di Cittadinanza, sia come importo che come durata del beneficio. Ma con platee diverse e più vincoli. Queste sono le evidenze relative all’Assegno di Inclusione. La principale misura di sostegno ai nuclei familiari prossimi allo stato di povertà è ormai in vigore da inizio anno. Significa che a dicembre si completerà il primo anno pieno di utilizzo della misura che ha preso il posto del reddito di cittadinanza riducendo la platea dei beneficiari. Distinguendo il perimetro in due aree, la seconda delle quali, quella che ha escluso gli occupabili dall’Assegno di Inclusione, che sono stati dirottati, se hanno presentato domanda, al Supporto Formazione e Lavoro.
Il primo giro di boa della misura sta per arrivare. E in vista del nuovo anno molte famiglie dovranno intervenire per continuare a prendere il sussidio, altrimenti con ogni probabilità a dicembre (o a gennaio se si utilizzerà la solita salvaguardia di inizio anno) sarà l’ultimo mese di ricarica delle card per molte famiglie.

Assegno di Inclusione, ecco a chi spettano meno di 18 mesi

Come dicevamo l’Assegno di Inclusione è del tutto simile al Reddito di Cittadinanza. Per esempio, una similitudine è l’importo base, fissato a 500 euro per un singolo senza redditi, come componente aggiuntiva proprio al reddito del singolo.
Altra similitudine è la durata del beneficio. Infatti l’Assegno di Inclusione come il Reddito di Cittadinanza dura 18 mesi, per poi rinnovarsi dopo un mese di stop in cui gli interessati devono tornare a presentare domanda.
Detto questo è evidente però che chi sta prendendo il sussidio in questi mesi, ha la certezza di continuare a prenderlo, salvo cambiamenti reddituali e patrimoniali del proprio nucleo familiare, solo fino a dicembre. A gennaio come consuetudine bisognerà aggiornare il principale strumento da cui l’Assegno di Inclusione parte, ovvero l’ISEE.
Bisognerà presentare una nuova DSU per ottenere l’ISEE in corso di validità.

Cosa fare a inizio 2025 per salvare il sussidio

Anche il prossimo gennaio si ripeterà la canonica prassi del rinnovo dell’ISEE. Con i contribuenti e le famiglie che dovranno per forza di cose aspettare che banche e uffici postali siano in grado di rilasciare i certificati di saldo e giacenza media dei conti correnti, libretti e così via dicendo.

Dal momento che l’ISEE 2025 farà riferimento ai redditi del 2023 ed ai patrimoni immobiliari e mobiliari del 2023, meglio fare presto e andare già adesso a recuperare queste certificazioni.
Infatti serviranno il saldo e la giacenza media al 31 dicembre 2023, e sono dati che gli istituti possono già rilasciare adesso. Tutto per velocizzare le operazioni di rinnovo dell’ISEE, anche se in genere il mese di gennaio è salvaguardato.

Infatti la ricarica di Assegno di Inclusione a gennaio viene erogata sempre sulla base dell’ISEE vecchio, ovvero con gli stessi importi della ricarica di dicembre. A febbraio poi l’INPS inizia ad utilizzare il nuovo ISEE.

ISEE ordinario ed ISEE corrente per l’Assegno di Inclusione

Perché diciamo che c’è chi prenderà il sussidio solo per 12 mesi e non per 18 mesi? Questo dipende da diversi fattori. Può essere per esempio che un nucleo familiare a gennaio perda i soggetti a cui l’ADI viene assegnato. Magari il minorenne che diventa maggiorenne, oppure chi non viene più preso in carico dai servizi sociali comunali o chi non ha più carichi di cura sui figli piccoli che nel frattempo sono cresciuti.

Su questi aspetti c’è poco da fare. Diverso il caso dell’ISEE. Infatti cambiando anno di riferimento dell’ISEE, dal 2022 al 2023, se le condizioni di un beneficiario dell’Assegno di Inclusione sono cambiate, c’è il rischio di una mancata conferma del beneficio. Per esempio chi ha avuto redditi o patrimoni che fanno superare i 9.360 euro di soglia ISEE da rispettare, perderà il sussidio.

A meno che non si provvede immediatamente ad inizio anno a passare dall’ISEE ordinario oltre la soglia prestabilita ed utile a prendere l’ADI, all’ISEE corrente. Sempre che la condizione reddituale o patrimoniale degli interessati rispetto al 2023 negli ultimi tempi sia cambiata.