Andare in pensione a 67 anni come a 64 nel 2025 è una concreta possibilità che hanno diversi contribuenti. Iniziamo con il dire che parliamo di cose che riguardano esclusivamente i lavoratori che hanno il primo contributo versato successivo al 31 dicembre 1995, perché parliamo dei cosiddetti contributivi puri o nuovi iscritti.
Grazie a delle normative di favore, i nati nel 1958 ed i nati nel 1961 possono andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia o con la pensione anticipata contributiva.
E possono farlo se completano i requisiti anagrafici ma anche contributivi e di importo della pensione entro la fine del 2025. Ma c’è una sorpresa che molti non considerano e che può tornare molto utile economicamente. Prendere diversi mesi di arretrati, con un bel gruzzoletto immediatamente accreditato.
Subito in pensione e con un bel gruzzoletto, nel 2025 c’è chi può fare bingo
![A 67 anni con la domanda di pensione si può chiedere all’INPS un calcolo più favorevole](https://www.pensioniefisco.it/wp-content/uploads/2024/11/Untitled-design-23.webp)
Partiamo dai requisiti per le pensioni di vecchiaia e per le pensioni anticipate come contributivi puri. Nel primo caso servono:
- almeno 67 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi;
- pensione non inferiore come importo all’assegno sociale.
Per le pensioni anticipate contributive invece i requisiti sono:
- almeno 64 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi versati;
- pensione non inferiore a 3 volte l’assegno sociale.
Il pensionamento a 67 anni con le pensioni di vecchiaia oppure a 64 anni con le pensioni anticipate contributive. Nel primo caso non ci sono differenze tra uomini e donne ed i requisiti prima citati sono identici a prescindere dal genere. Invece per le pensioni anticipate contributive c’è una differenza tra uomini e donne ma soprattutto tra donne che hanno avuto dei figli e donne che non li hanno avuti. Chi ha avuto due figli o più può andare in pensione anticipata contributiva con un trattamento non inferiore a 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale. Se i figli sono solo uno, il limite sale a 2,8 volte. E senza figli, ecco che anche le donne vengono trattate come gli uomini, con una pensione pari almeno a 3 volte l’assegno sociale.
La novità del 2025 apre a pesanti arretrati per alcuni lavoratori
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Il governo Meloni nella legge di Bilancio ha introdotto 16 mesi di taglio sull’età pensionabile per le lavoratrici che hanno avuto tanti figli. In pratica lo sconto di 4 mesi a figlio fino a massimo 12 mesi con tre o più figli in vigore fino al 2024 diventa pari a 16 mesi per chi ha avuto 4 o più figli. Questo vale sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata contributiva. E sempre per i contributivi puri naturalmente. In questo modo si consente di anticipare l’uscita nel 2025 a 65 anni e 8 mesi di età per le pensioni di vecchiaia o a 62 anni e 8 mesi per le pensioni anticipate contributive.
Arretrati sulla pensione 2025, ecco a chi spettano
Per i nati nel 1958 o nel 1961, rispettivamente per la quiescenza di vecchiaia o per l’anticipata, ormai è tardi per sfruttare l’anticipo. Ma anche uscendo dal lavoro senza godere dell’anticipazione, si può sfruttare lo stesso questo vantaggio.
In sostanza, una lavoratrice che anche senza aver sfruttato l’anticipo può recuperare i mesi arretrati prendendo una sorta di conguaglio. Come se l’uscita fosse stata davvero all’età prevista. In pratica, si parte dalla data in cui è stato maturato il diritto alla pensione. Una donna che compie adesso 67 anni, se ha avuto 4 figli ha maturato il diritto alla pensione a 65 anni e 8 mesi. Ed è da quella data che parte il calcolo della pensione e la sua decorrenza.