La Legge Fornero, introdotta nel 2011 sotto il governo di Mario Monti, ha rappresentato una delle riforme previdenziali più controverse e discusse della storia recente italiana. Pur avendo l’obiettivo di garantire la sostenibilità del sistema pensionistico e quella dei conti pubblici, la legge ha avuto un impatto significativo sulla vita di migliaia di italiani.
La novità ha impattato sull’età pensionabile e sui requisiti per il pensionamento anticipato. Nonostante i numerosi tentativi di riforma o superamento della Legge Fornero degli ultimi anni, risulta difficile, se non impossibile, realizzare una sua vera abolizione senza affrontare conseguenze sociali, economiche e finanziarie pesanti.
La Struttura della Legge Fornero
La Legge Fornero, formalmente conosciuta come “Legge n. 214/2011”, è nata come una misura di emergenza per rispondere alla crisi economica globale (e italiana in modo particolare) e alla pressione sui conti pubblici.
Le novità, infatti, servivano anche per arginare la crisi economica dilagante e puntava su un risparmio della spesa previdenziale irrigidendo i requisiti di accesso. Tra le principali novità introdotte:
- l’aumento dell’età pensionabile: la legge ha innalzato l’età di pensionamento in modo graduale portandola, nel 2019 a 67 anni, requisiti uguali per tutti, uomini, donne, pubblici e privati;
- abolizione pensione di anzianità e sua sostituzione con pensione anticipata ordinaria, un sistema basato soltanto sui contributi versati (inizialmente era prevista un’età minima di 62 e chi non l’aveva era soggetto a penalizzazioni);
Questa riforma, sebbene sia stata introdotta in un periodo di grave crisi economica, è stata oggetto di forti critiche da parte di sindacati, lavoratori e partiti politici. Il motivo principale di questi dissensi riguarda l’aumento dell’età pensionabile e la difficoltà di molti lavoratori a soddisfare i nuovi requisiti, in particolare per chi ha iniziato a lavorare in età giovane o ha avuto carriere professionali discontinue.
I Limiti e abolizione della Legge Fornero
Nonostante i tentativi di superamento della Legge Fornero, è evidente che una sua abolizione totale comporterebbe una serie di difficoltà, principalmente per motivi economici e finanziari.
Il sistema pensionistico post legge Fornero è basato su un calcolo contributivo (applicato a partire dai contributi versati nel 1996, in pochi casi a quelli versati dal 2012), in cui l’importo della pensione è strettamente legato ai contributi versati durante la vita lavorativa.
A causa del progressivo invecchiamento della popolazione e del calo demografico, l’entrata di nuovi lavoratori nel sistema non è sufficiente a garantire le pensioni alle future generazioni. L’aumento dell’età pensionabile e l’allungamento della vita media sono misure necessarie per bilanciare i conti pubblici e garantire la sostenibilità del sistema nel lungo periodo. Ridurre l’età pensionabile senza un adeguato aumento dei contributi o delle entrate fiscali avrebbe effetti devastanti sulle finanze pubbliche.
Ogni modifica che preveda un abbassamento dell’età pensionabile comporterebbe un maggiore impegno finanziario da parte dello Stato. La spesa pensionistica rappresenta una delle voci più pesanti del bilancio. Il rischio di un incremento del debito pubblico potrebbe compromettere la stabilità economica dell’intero Paese, con conseguenze negative per la crescita, l’occupazione e la competitività.
Il superamento della Legge Fornero senza una visione di insieme potrebbe anche alimentare tensioni sociali. I giovani, che affrontano difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro, potrebbero sentirsi penalizzati dalla possibilità di una maggiore spesa per le pensioni, mentre i lavoratori più anziani, che hanno già investito tempo e risorse nel sistema, potrebbero opporsi a cambiamenti improvvisi che compromettono la loro pensione futura. Un ritiro dei benefici previsti dalla riforma senza una sostituzione di misure compensatorie potrebbe esacerbare le disuguaglianze intergenerazionali e danneggiare la coesione sociale.
In ultimo bisogna sottolineare che le esigenze di ogni categoria di lavoratori (dipendenti, autonomi, precari, ecc.) sono diverse, e una riforma che possa soddisfare tutti, senza incrementare il debito o ridurre le prestazioni previdenziali, è estremamente complessa. L’introduzione di un sistema che permetta il pensionamento anticipato senza compromettere la sostenibilità finanziaria potrebbe, infatti, comportare una serie di sacrifici difficili da accettare politicamente, rendendo di fatto impossibile il superamento della Legge Fornero.
Le Vie Possibili per una Riforma
Nonostante l’impossibilità di un superamento totale della Legge Fornero, esistono delle strade percorribili per migliorare la situazione e rendere più equo il sistema pensionistico. L’introduzione di una maggiore flessibilità, ad esempio, che consenta il pensionamento anticipato per determinate categorie di lavoratori, potrebbe essere una soluzione equilibrata.
Le pensioni più basse necessitano di un adeguamento per garantire una vita dignitosa a chi, dopo una vita di lavoro, si trova con una pensione insufficiente e proprio per questo si dovrebbe puntare a un innalzamento delle pensioni minime.
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