La CGIL con i suoi CAF ha gridato l’allarme riguardo ad una anomalia di calcolo dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche per quanto concerne l’acconto IRPEF 2025. Una anomalia dettata da un errore del governo che non ha esteso subito un suo provvedimento anche agli acconti IRPEF.
Ma è un errore che parte da una novità che proprio il governo ha introdotto. Il Governo meloni infatti ha introdotto in via sperimentale il taglio dell’IRPEF nel 2024, e lo ha confermato nel 2025. In attesa che si passi anche alla modifica per il ceto medio allo studio adesso, il governo ha regalato 260 euro con il taglio dell’IRPEF a diversi contribuenti.
La CGIL ha difeso i contribuenti sottolineando l’anomalia che rischiava di far pagare più soldi ai contribuenti, ma solo provvisoriamente, visto che se in più gli acconti nel 2026 i contribuenti li recuperano. Ma anche il governo ha difeso i cittadini, perché alcune fasce della popolazione hanno uno sconto sulle tasse da versare pari a 260 euro.
Taglio IRPEF, il governo ha regalato 260 euro, arriva la correzione nel 730/2025
Dopo la segnalazione della CGIL, il governo con il Ministero Economia e Finanza corre ai ripari. E sul taglio dell’IRPEF ecco che anche gli acconti di imposta non si baseranno più sulle 4 aliquote del 2023, ma sulle nuove del 2024 e del 2025. Quelle che regalano 260 euro ad alcuni contribuenti.
E proprio il MEF con un comunicato stampa ha confermato la correzione in vista della presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Parlare di figuraccia o di pasticcio come molta stampa ha fatto sembra una esagerazione. Anche perché, ripetiamo, un acconto pagato in più può sempre essere recuperato.
Fa specie che anche su un provvedimento che porta nelle tasche di alcuni contribuenti qualcosa come 260 euro nel 2024 e nel 2025, non abbia avuto la stessa cassa di risonanza che ha avuto il “pasticcio” di cui parlano molti quotidiani a tiratura nazionale ma evidentemente schierati.
La nota stampa del MEF
Come detto il MEF ha prodotto un comunicato stampa con cui conferma di aver corretto il tiro.
”In considerazione dei dubbi interpretativi posti e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il Governo interverrà, anche in via normativa, per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto”. La nota del MEF prosegue con la promessa che la modifica nascerà “in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento”.
In termini pratici, tutto a posto entro la data di avvio della presentazione del nuovo modello 730.
Il maggior carico fiscale per i lavoratori dipendenti che verrebbero gravati dell’onere di versare l’acconto Irpef per l’anno 2025 anche in mancanza di redditi ulteriori rispetto a quelli già assoggettati a ritenuta d’acconto parte, come sottolinea il MEF, dalla modifica dell’IRPEF. Che fu introdotta in via sperimentale nel 2024 e poi resa strutturale nel 2025.
La modifica dell’IRPEF ha portato a 260 euro in meno di tasse
Il provvedimento in questione è quello che ha portato le aliquote IRPEF da 4 a 3 accorpando a quella del primo scaglione, anche la seconda. Quindi, una riduzione dal 25% al 23% dell’aliquota Irpef per i redditi sopra 15.000 e fino a 28.000 euro.
Modifica accompagnata pure dall’aumento delle detrazioni per lavoro dipendente che da 1.880 euro sono passate a 1.955 euro. Si tratta del provvedimento che di fatto permette a chi doveva pagare di IRPEF sulla fascia da 15.000 a 28.000 euro, il 25% e cioè 3.250 euro, di pagare invece il 23% e cioè 2.990 euro. Cioè 260 euro in meno.