Nuovamente al via il reddito di libertà, il contributo da 500 euro al mese che spetta per 12 mesi alle donne vittima di violenza che si trovano in una condizione di povertà. Il sostegno vuole assicurare in primis l’autonomia abitativa e l’autonomia personale, favorendo anche il percorso formativo e scolastico di eventuali figli minori della donna.
La cosa importante è che il reddito di libertà è cumulabile anche con altri sostegni: la donna, quindi, può percepire sia il reddito di libertà che, se eventualmente spettante, l’assegno di inclusione.
Reddito di libertà di 500 euro al mese
Il reddito di libertà è riconosciuto dall’Inps a domanda da presentare tramite il Comune dove si risiede. Spetta per un massimo di 12 mesi. Si tratta di una misura in vigore dal 2024 al 2026 e spetta a donne con età compresa tra 18 e 67 anni.
Che requisiti servono per avere diritto al contributo mensile da 500 euro? La donna che presenta domanda deve essere vittima di violenza e deve trovarsi in una condizione di povertà. Sia in presenza di figli che senza, deve essere seguita da un centro antiviolenza riconosciuti a livello regionale e dai servizi sociali.
Il tutto è volto allo scopo di permettere alla donna di uscire dalla situazione in cui si trova favorendo la sua emancipazione economica.
Molto spesso, infatti, la donna vittima di violenza domestica fatica a lasciare il marito o il compagno e a sottrarsi dalla situazione perché, magari, non è autosufficiente economicamente e non saprebbe dove vivere e come mantenere se stessa e gli eventuali figli.
Il reddito di libertà, quindi, ha lo scopo di impedire alle donne che non sanno come fare ad abbandonare un situazione del genere (che potrebbe verificarsi anche nella famiglia di origine) di sottostare agli abusi. L’emancipazione economica serve a fare in modo che la vittima di violenza impari ad essere autosufficiente e quella personale a consentire di riappropriarsi della propria autostima, solitamente calpestata da terze persone in queste situazioni di abuso.
Come si presenta domanda di reddito di libertà?
Innanzitutto è necessario che i servizi sociali dichiarino la condizione di povertà e quella del bisogno urgente e straordinario: in questi casi, infatti, l’Isee del nucleo familiare non restituisce una fotografia realistica dello stato economico della donna.
La domanda deve essere presentata tra il 1° gennaio e il 31 dicembre di uno dei tre anni di valenza della misura. Se la domanda non dovesse essere presa in considerazione per termine delle risorse a disposizione, si potrà presentare una nuova domanda negli anni successivi. In ogni caso, per ogni donna sarà accolta una sola domanda nel triennio di riferimento.
Le domande che sono state presentate e non accolte, in ogni caso, sono prioritarie, l’anno successivo, rispetto alle nuove domande a patto che siano presentate nuovamente entro 45 giorni dall’entrata in vigore del dpcm.
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