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Tre diverse pensioni per i nati fino al 1960, ecco le possibilità in base a diversi fattori

Una volta che entreranno in vigore le nuove misure previste dalla legge di Bilancio del governo di centro-destra presieduto dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ci saranno diverse possibilità in più per andare in pensione rispetto al 2022. Naturalmente ci saranno possibilità in più solo per determinati lavoratori. È molto dipende dall’anno di nascita di questi lavoratori in particolare per i nati nel 1960. Ci sono tre diverse pensioni per i nati fino al 1960, ecco le possibilità in base a diversi fattori e come sfruttare quelle che a tutti gli effetti sono delle occasioni.

Tre diverse pensioni per i nati fino al 1960

Per i nati nel 1960 sono davvero tante le misure che possono essere sfruttate per poter accedere alla pensione nel 2023. In primo luogo ecco di nuovo l’Ape sociale, misura che tira dentro i nati nel 1960 che fino al 2022 non avevano chance di andare in pensione vista la chiusura della quota 100 nel 2021. Infatti per i nati nel 1960, la quota 100 divenne non fruibile perché servivano entro la fine del 2021, i 62 anni di età compiuti. Cosa naturalmente impossibile per chi è nato nel 1960. E nel 2022 essendo necessari 64 anni di età per la quota 102, i nati nel 1960 per le stesse ragioni ne furono esclusi ancora una volta. Adesso però, ecco l’Ape sociale. Potranno lasciare il lavoro a 63 anni di età quanti raggiungono nello stesso anno o hanno già raggiunto, 30 anni di contributi versati e sono:

  • invalidi con il 74% di invalidità civile;
  • disoccupati;
  • assistenti di invalidi gravi conviventi;
  • soggetti alle prese coi lavori gravosi.

Per i lavori gravosi 30 anni però non bastano. Infatti serviranno 36 anni di contributi versati, oppure 32 anni per ceramisti, edili e per conduttori di impianti per la lavorazione di prodotti in terracotta. Quindi, si può andare in pensione con l’Ape sociale attraverso due differenti vie, una passa dai lavori gravosi, l’altra passa da altre problematiche.

La quota 103 per i nati nel 1960, si può?

Nel 2023 per chi è nato nel 1960 c’è anche la quota 103, misura che permette di andare in pensione con 41 anni di contributi versati e almeno 62 anni di età. Per i nati nel 1960 c’è anche la possibilità di andare in pensione con entrambe le misure. Chi per esempio fa un lavoro gravoso e ha 38 anni di contributi versati, potrebbe scegliere tra l’Ape sociale e la quota 103. Ogni misura ha i suoi pro ed i suoi contro. Ed ogni misura quindi può diventare più appetibile dell’altra. Per esempio, con la quota 103 il richiedente deve sapere che non potrà più svolgere alcuna attività di lavoro insieme alla pensione. Potrà svolgere solo un lavoro autonomo occasionale fino alla soglia dei 5.000 euro annui. Con l’Ape sociale questo vincolo non c’è. Ma per questa misura ci sono limiti di importo dell’assegno che per la quota 103 mancano. Infatti con l’Ape l’assegno per tutti gli anni che mancano ai 67 anni di età, non può superare i 1.500 euro. Inoltre l’Ape al contrario della quota 103, non è reversibile, non prevede tredicesima e non gode di maggiorazioni e assegni familiari.

Pensioni senza limiti anagrafici, quali le vie?

L’ultima via possibile per i nati nel 1960 è quella delle pensioni distaccate da limiti di età. Parliamo dei precoci con la loro quota 41 (precoce è chi ha un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età) per invalidi, caregivers, disoccupati e gravosi, e delle pensioni anticipate ordinarie, che si centrano con 42,10 o 41,10 anni di versamenti rispettivamente per uomini e donne.