La quota 41 per tutti dovrebbe passare dall’essere una semplice ipotesi ed un semplice cavallo di battaglia della Lega, ad essere una misura effettiva. E come tale, se entrerà in vigore nel 2025, potrebbe garantire un nuovo canale di uscita agevolato per i lavoratori. Ma rispetto al piano in origine, che prevedeva una quota 41 per tutti a 360 gradi, cioè senza limiti di platea, senza tagli e estesa alla generalità dei lavoratori, si passa ad una quota 41 vincolata a determinati paletti. E si corre il rischio di varare una quota 41 per tutti, che per tutti non sarà. Partiamo dal fatto che la quota 41 per tutti sarebbe una misura che arriverebbe dopo la quota 41 per i precoci e dopo la quota 103. Si tratta di tre misure, considerando anche l’ipotetica nuova, completamente diverse tra loro, ma con un minimo comune denominatore. Che è la carriera contributiva di 41 anni. Ecco perché la nuova quota 41 per tutti, potrebbe nascere con un autentico mix estrapolato da tutte e tre queste misure.
Tre diverse versioni della nuova pensione quota 41 per tutti, eccole
Un fatto che è ormai certo è che la quota 41 per tutti libera da vincoli e paletti e di fatto una nuova pensione anticipata ordinaria non potrà vedere i natali. Se davvero nascerà la nuova misura, tanto cara alla Lega, dovrà essere con tagli, penalizzazioni e soprattutto che costi il meno possibile alle casse dello Stato. Ecco perché in primo luogo potrebbe essere lasciato intatto il ricalcolo contributivo della prestazione che oggi per esempio vale per la quota 103. Infatti questa misura permette di uscire con 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma solo accettando anche che la pensione mista spettante venga invece calcolata con il sistema contributivo, che è notoriamente penalizzante. Ma da quota 103 potrebbe essere estrapolato anche un altro vincolo. Ovvero quello del limite di età. Prendendo però dalla quota 41 per tutti il fatto che senza limiti di età possano uscire i lavoratori addetti alle mansioni gravose, gli invalidi, i caregivers e i disoccupati senza Naspi.
Quota 41 per tutti, ma vincolata e praticamente nulla di nuovo all’orizzonte, se non penalizzazioni e limiti
In parole povere nascerebbe una quota 41 per tutti, ma senza limiti di età solo per soggetti fragili e con problematiche di lavoro, salute, reddito o familiare. E per tutti gli altri, ok alla pensione con 41 anni di versamenti, ma solo a partire dai 62 anni. Con l’aggiunta probabilmente di un altro vincolo preso da quota 41 per i precoci. Che tutti coloro che entrano in pensione con quota 41 per tutti, dovranno vantare almeno un anno di versamenti prima dei 19 anni di età. Una serie di paletti che renderebbe come detto la quota 41 per tutti non propriamente per tutti. E che servirebbe allo Stato per risparmiare soldi su una misura che altrimenti correrebbe il rischio di gravare troppo sulle casse statali. La nostra è soltanto una semplice ipotesi di ciò che servirebbe al governo per dire di aver varato una nuova misura, senza di fatto averla varata. Perché in pratica tutto resterebbe così com’è, anzi, peggiorerebbe la situazione per via del fatto che oggi chi centra la quota 103 lo fa anche se non ha i 12 mesi antecedenti i 19 anni di età, mentre con la versione ipotizzata da noi della nuova quota 41 a 62 anni, questo vincolo verrebbe imposto. E poi ancora, chi esce oggi come precoce con l’attuale quota 41 ha diritto al calcolo misto della prestazione. Con una quota 41 per tutti che permetterebbe di andare in pensione senza limiti di età solo alle stesse categorie di oggi, si passerebbe al calcolo contributivo.