Alla fine stop, anche se per il momento solo per 90 giorni. I dazi di Trump segnano un nuovo capitolo. Stare dietro al Tycoon è praticamente impossibile, e forse adesso lo hanno capito anche in Italia, soprattutto a sinistra. Nel frattempo, contromossa della UE, e sospesi anche i dazi contro gli USA che dovevano partire il 15 aprile per la prima di tre tranche. E adesso cosa succede? Salta in aria la narrazione della sinistra, delle televisioni che attaccano il governo, dei quotidiani di parte avversa e di tanti esperti, opinionisti e intellettuali. E salta anche la tesi che da giorni per esempio va in scena in ogni talk show politico di La7. Lo dimostra la puntata di oggi di Tagadà, contenitore pomeridiano condotto da Tiziana Panella.
Premier Meloni sotto costante attacco, ma forse sui dazi di Trump aveva ragione
Il viaggio della Premier Meloni a Washington in calendario il 17 aprile è tardivo, dal momento che il 15 scattano i dazi UE verso gli USA. Questa tiritera da giorni viene utilizzata in tutti i talk di La7. Sminuendo un viaggio che secondo opinionisti, intellettuali e anche i conduttori, non sarebbe servito a nulla anche perché, dopo tanta attesa la Premier è stata l’ultima leader europea ad essere ospite di Trump alla Casa Bianca. Nel frattempo Macron contesta (e poi ritira) il viaggio della Meloni perché secondo il Premier francese non andavano fatti incontri bilaterali.
Scusate, ma allora di cosa parlano a Tagadà quando sostengono che la Meloni è l’ultima leader ospitata da Trump? Vuoi vedere che nessun leader è stato ospitato alla Casa Bianca dopo l’avvio della guerra sui dazi? E vuoi vedere che alla fine la Premier Meloni non è l’ultima leader ma la prima? Smontata la narrazione delle opposizioni quindi.
Anche di Giacomo Salvini (autore del famoso libro sulle chat di Fratelli d’Italia) che ieri, sempre su La7 aveva detto che la Meloni era stata sfortunata, dopo tanta anticamera finalmente le danno l’ok per andare da Trump e la data casca dopo i dazi europei?
Ecco le solite sterili polemiche
Oggi a Tagadà esce fuori che i viaggi di Macron e di Starmer per esempio, riguardavano il conflitto in Ucraina, non certo i dazi. Altrimenti perché Macron ha lamentato il viaggio della Meloni? Accuse al governo italiano di essere troppo in bilico tra USA e Europa, di essersi resi conto dei dazi solo alla fine. In sostanza, accuse di impreparazione.
E accuse pure di sminuire i dazi, visto che la Meloni, ma anche altri esponenti della maggioranza, chiedevano cautela e chiedevano di usare calma senza passare, come invece a sinistra pare volessero, a dazi immediati, abbandonando i patti atlantici e in pratica, scatenando una guerra con Trump.
Evidentemente aveva ragione la Meloni, aveva ragione il governo. Ma figuriamoci se mai lo ammetteranno. Una cosa impossibile da chi continua a sminuire l’invito all’insediamento di Trump ricevuto dalla Meloni. Unico leader europeo ad essere lì (in settima fila, come disse Massimo Giannini, firma di Repubblica).