Molto variabili le condizioni di accesso alle pensioni per gli italiani. Nel 2021 si andava in pensione anche a 62 anni con la quota 100 (come nel 2020 e nel 2019). Nel 2022 invece ecco la pensione a 64 anni di quota 102. Adesso, con la nuova manovra di Bilancio, ecco la pensione a 62 anni ma con quota 103. E per il 2024 altre variazioni in arrivo, e forse anche più profonde rispetto agli ultimi anni. Ma come si va in pensione oggi e come nel 2024 è un argomento che interessa una grande parte della popolazione lavorativa.
La guida alle pensioni 2023, ecco come lasciare il lavoro
In estrema sintesi e senza addentrarci nelle particolarità che ogni misura ha al suo interno, possiamo dire che nel 2023 in pensione andranno le lavoratrici a partire da 56 anni di età ed i lavoratori con almeno 61 anni di età che hanno una invalidità specifica pari o superiore all’80% e 20 anni di contributi almeno. E poi, via alla pensione per chi ha almeno 63 anni di età ed è invalido, caregivers, disoccupato o alle prese coi lavori gravosi. La misura è l’Ape sociale. Servono 30 anni di contributi per le prime tre categorie e 36 per i lavori gravosi ad esclusione di ceramisti e edili per i quali ne bastano solo 32.
Cambiano anche le pensioni ordinarie?
Nel 2023 a partire dai 60 anni potranno uscire dal lavoro le donne con la loro opzione, e con i soliti 35 anni di contribuzione versata. Purché età e contributi sono stati completati entro il 31 dicembre 2022. Se la lavoratrice ha avuto un figlio l’età scende a 59 anni, con due o più figli si scende a 58 anni. Senza limiti di età potranno uscire i precoci (un anno di contributi prima dei 19 anni di età) con 41 anni di contributi completati se, alternativamente, invalidi, caregivers, gravosi o disoccupati. Con 42 anni e 10 mesi gli uomini e 41 anni e 10 mesi le donne, ecco la pensione anticipata ordinaria, fruibile senza limiti di età anche nel 2023. E nel 2024 questa misura potrebbe essere sostituita da una estensione a tuti della quota 41.
La pensione contributiva per tutti?
Nel 2023 a 64 anni di età, con 20 anni di versamenti e con il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995, ecco la pensione anticipata contributiva, se assegno pari a 2,8 volte quello sociale. Una ipotesi per il 2024 è di allargare alla pensione contributiva per tutti la possibilità di lasciare il lavoro con la cosiddetta flessibilità. Le differenze tra attività lavorativa sono ancora oggetto di differenti vedute in termini di uscita dal lavoro. Per esempio la pensione a 61 anni e 7 mesi di età e 35 di contributi con la quota 97,6 degli usuranti, attiva anche nel 2023.