Il Manifesto di Ventotene è balzato agli onori della cronaca dopo che la Premier Giorgia Meloni lo ha usato in Parlamento, leggendo alcuni passaggi che hanno fatto infuriare le sinistre. Il caos scatenato da questo evento nasce probabilmente da due ragioni. Essendo un documento antifascita, la sinistra lo ha assunto ad autentica “bibbia”, mentre per la Premier ed evidentemente per il suo Partito, il Manifesto è superato, perché tratta di una idea di Europa che è piuttosto datata e figlia di una epoca assai particolare. La verità è che adesso tutti stanno correndo a comprare questo Manifesto, almeno stando a quando scrivono sul sito ADNKronos dove si riportano le parole di un libraio dell’isola di Ventotene, tale Fabio Masi. Pare infatti che l’interesse per il Manifesto sia salito esponenzialmente. Ma perché?
Tutti a comprare il Manifesto di Ventotene, ecco alcuni perché
“Per un’Europa libera e unita – Progetto di un manifesto”, questo il nome di quello che per tutti è il Manifesto di Ventotene. Si tratta di un Manifesto scritto nel 1941 da due confinati nell’isola di Ventotene perché antifascisti. Essendo oppositori del regime fascista, furono confinati in quell’isola.
A sinistra si parla di Manifesto di Ventotene come di uno dei testi fondamentali dell’europeismo moderno. A quell’epoca, nel 1941, la situazione era particolare. C’era la seconda guerra mondiale, c’era il regime fasciata, il nazismo, c’erano gli alleati e c’erano quelli dell’asse, poi i partigiani e così via dicendo.
Sinistra e destra, tra nostalgie fasciste ed antifasciste
Che sia un testo vecchio, nessun dubbio. Che sia stato giusto da parte della Premier tirarlo in ballo, magari con spezzoni di testo fuori contesto e non approfonditi è solo una questione di parte. C’è chi l’accusa e chi la difende. Anche tra gli intellettuali e gli storici i pareri sul Manifesto di Ventotene sono contrastanti.
Che sia un Manifesto contro il principio di Nazione a sé stante, da cui secondo chi lo reputa la bibbia prima citata si contrastano i nazionalismi e gli autoritarismi non è un mistero. Va detto che effettivamente quando si accusa la destra di essere ancora troppo legata al fascismo, si può dire l’esatto contrario della sinistra.
Che effettivamente a volte assume come autentici totem da difendere con crisi isteriche e pianti (come accaduto alla Camera l’altro giorno), autentici totem. Lo fanno con la canzone “bella ciao” per esempio, e lo fanno adesso con il Manifesto di Ventotene. Che tra l’altro fu distribuito durante la manifestazione pro Europa (ma le posizioni nella manifestazione erano davvero strane) ai manifestanti.
Perché adesso c’è la corsa all’acquisto del Manifesto di Ventotene?
Resta il fatto che il documento scritto nel 1941 dagli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi adesso “Lo stanno acquistando in tanti, ed è un segnale importante”, così scrivono sul sito prima citato riportando le parole del libraio di Ventotene.
Ma perché adesso lo si acquista? Se era così importante perché chi lo acquista oggi non lo aveva già in casa come milioni di italiani cattolici hanno la bibbia? la Premier Meloni nel leggere alcuni stralci del Manifesto di Ventotene, per la parte del documento dove si denota che l’idea di Europa dei due confinati non era certo votata alla democrazia, disse che la sua speranza era che chi lo usa come base per l’europeismo moderno non lo ha mai letto. Proprio perché reputato evidentemente dalla Premier come tutt’altro che votato alla democrazia. Sarà che adesso si corre all’acquisto per documentarsi un pò?