Con soli 60 mesi di contributi versati si può andare in pensione, ma con pensioni posticipate e non anticipate. Con soli 60 mesi di contributi versati si può andare in pensione, ma con pensioni posticipate e non anticipate.

Tutti in pensione con la quota 92, di cosa si tratta?

Nel corso degli anni, in ambito della riforma pensioni, molte sono state le ipotesi e le proposte che si sono susseguite nel tempo, Tra queste spicca la quota 92, una vecchia proposta che, pur non essendo mai diventata realtà, ogni tanto ritorna nel dibattito sulle riforme pensionistiche in Italia come un’ipotesi percorribile.

Si tratta di una soluzione che potrebbe rivelarsi interessante, soprattutto per chi spera di lasciare il lavoro un po’ prima senza aspettare i 67 anni necessari per la pensione di vecchiaia. Ma cosa significa esattamente “Quota 92”? Vediamolo insieme.

Che cos’è la Quota 92?

La Quota 92 è un sistema di pensionamento anticipato che prevede di sommare l’età anagrafica e gli anni di contributi versati fino a raggiungere, appunto, il numero 92. L’idea iniziale era questa: andare in pensione a partire dai 62 anni di età, ma solo se si avevano almeno 30 anni di contributi versati.

Una formula pensata per permettere anche a chi ha iniziato a lavorare non troppo presto di lasciare il lavoro prima, senza aspettare troppo.

Perché si parla ancora di quota 92?

Anche se non è mai stata approvata, la Quota 92 continua a essere discussa. Perché? Perché risolverebbe uno dei problemi più sentiti dai lavoratori italiani: la possibilità di andare in pensione in modo flessibile. Ad oggi, le opzioni di pensionamento anticipato come Quota 103 o l’Ape Sociale sono molto limitanti e spesso non accessibili a tutti. La Quota 92, invece, potrebbe rappresentare una via più inclusiva anche se dovesse prevedere penalizzazioni.

Ovviamente, come tutte le soluzioni, ci sarebbero dei compromessi. Per esempio, scegliere di andare in pensione con la Quota 92 comporterebbe un assegno un po’ più basso rispetto a quello che si percepirebbe aspettando i 67 anni. Questo perché versare meno contributi e ricevere l’assegno per più anni riduce inevitabilmente l’importo mensile.

Potrebbe essere introdotta in una nuova riforma?

Nel dibattito attuale sulle pensioni, la Quota 92 potrebbe essere una soluzione da considerare, soprattutto per dare una maggiore flessibilità al sistema. Molti lavoratori si sentono intrappolati nelle regole rigide della Legge Fornero, e una proposta come questa potrebbe rappresentare una boccata d’aria fresca.

Naturalmente, la sua attuazione richiederebbe un’attenta valutazione economica, perché ogni misura di pensionamento anticipato ha un costo per le casse dello Stato. Tuttavia, se pensata con delle limitazioni (come l’obbligo di almeno 30 anni di contributi o una penalizzazione temporanea sull’assegno), la Quota 92 potrebbe diventare una valida alternativa per chi non vede l’ora di godersi la pensione.

Potrebbe interessarti anche: