Nuova opzione donna 2025, ecco la guida alla pensione per le lavoratrici Nuova opzione donna 2025, ecco la guida alla pensione per le lavoratrici

Una nuova pensione a 61 anni per le lavoratrici? ecco il dopo opzione donna

Come funzionerebbe la nuova versione di opzione donna, quella simile all’Ape sociale.

Ormai le intenzioni del governo per quanto riguarda il pacchetto pensioni della manovra di bilancio è abbastanza chiaro. Da un lato si pensa a prorogare opzione donna, l’Ape sociale e la quota 103. Dall’altra parte invece si vogliono mettere le basi per il futuro, con una riforma delle pensioni da varare negli anni successivi. Ma anche sulle proroghe delle vecchie misure in scadenza il 31 dicembre 2023, alcune novità potrebbero essere introdotte. Soprattutto quando si parla di opzione donna, cioè della misura destinata alle lavoratrici che devono accettare il calcolo contributivo della prestazione. C’è una idea che porta ad un netto cambiamento della misura che probabilmente finirà con il somigliare di più all’Ape sociale che ad opzione donna.

Una nuova pensione a 61 anni per le lavoratrici? ecco il dopo opzione donna

anticipare la pensione

Una delle ipotesi che riscuotono maggiore interesse su opzione donna è quello di renderla simile all’Ape sociale. Tanto è vero che si parla di Ape rosa. In pratica verrebbe ammessa la pensione alle lavoratrici a partire dai 61-62 anni di età con 35 anni di contributi versati diventando una categoria aggiuntiva a quelle che già oggi sono destinatarie dell’Ape sociale. Agli invalidi, ai caregiver, ai disoccupati ed ai lavori gravosi quindi si aggiungerebbero anche dei lavoratrici, a prescindere dalla professione svolta ed a prescindere dai figli avuti o da altri vincoli di platea.

La nuova Ape rosa, funzionerebbe così?

La pensione con opzione donna però diventerebbe, se l’ipotesi diventerà realtà, un assegno di accompagnamento ai 67 anni di età come oggi funziona l’Ape sociale. In pratica anche con l’Ape rosa, le donne potrebbero andare in pensione con un assegno privo di tredicesima, privo di maggiorazioni, non reversibile agli eredi e non indicizzato al tasso di inflazione per tutta la durata dell’anticipo. La misura non dovrebbe poter superare come importo i 1500 euro al mese perché tale è il limite oggi vigente per l’Ape sociale.