I lavoratori hanno un obiettivo finale per la loro carriera che è quello di andare in pensione. Non tutti però riescono a raggiungere i requisiti previsti. Perché in tanti si trovano senza i requisiti minimi per andare in pensione. C’è chi è troppo giovane, chi invece ha delle carriere contributive insufficienti. Molto cambia da misura a misura. Infatti ci sono quelli che non hanno ancora raggiunto i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia. O magari che non hanno i 63 anni e 5 mesi dell’Ape sociale o i 64 anni della pensione anticipata contributiva. E poi ci sono quelli che anche avendo l’età giusta, non hanno i contributi utili alla pensione. Il problema non fa differenza tra lavoratori subordinati e lavoratori autonomi.
Una pensione da 598 euro al mese già a 57 anni, ed a 67 la pensione di vecchiaia
E se uno di questi perde il lavoro senza il diritto alla pensione come fa? Se per i dipendenti c’è la Naspi per esempio, anche se dura poco, per gli autonomi il guaio è maggiore perché non ci sono sussidi. Ma se il dipendente perde il lavoro è perché il suo datore di lavoro lo ha licenziato, perché lui si è dimesso, o per scadenza del contratto e così via. Il lavoratore autonomo perde il lavoro perché la sua attività inizia per esempio a diventare fallimentare. E allora ecco che l’INPS viene incontro ai lavoratori autonomi. Concedendo per esempio una specie di pensione già a 57 anni di età. Una sorta di reddito ponte che i più chiamano rottamazione della licenza.
Indennizzo per chi cessa la sua attività, ecco come fare
Il lavoratore autonomo può prendere circa 598 al mese come indennità per tutti gli anni che mancano ai 67 anni di età. Si chiama indennità commercianti, ma come abbiamo detto, molti la chiamano rottamazione della licenza. Perché per percepire questo trattamento serve che il lavoratore autonomo oltre a chiudere fisicamente la saracinesca, come si dice in questi casi, deve cancellarsi dal Registro delle Imprese, dagli eventuali Albi e deve consegnare la licenza commerciale o di pubblico esercizio al Comune dove l’attività sorge.
I beneficiari della pensione collegata all’indennizzo commerciati
La facoltà di godere, dietro domanda all’INPS di questa indennità è per I lavoratori autonomi che hanno piccole attività commerciali, magari negozi, bar e attività ricettive in genere. L’indennizzo ai commercianti vale esattamente 598,61 euro al mese. E si prende a termine, ovvero fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria. Se la richiedente, nonché la titolare dell’attività o la coadiuvante è una donna, si parte dai 57 anni di età. Gli uomini invece devono partire dai 62 anni di età.
Come ottenere l’indennizzo commercianti a 57 o 62 anni
La rottamazione della licenza riguarda lavoratori autonomi che hanno almeno cinque anni di attività alle spalle. E come detto tutto parte dalla riconsegna della licenza al proprio Comune e dalla cancellazione dai Registri delle Imprese presso le Camere del Commercio. E l’importo percepito dal richiedente è sempre pari al trattamento minimo INPS. Quindi se nel 2024 è pari a 598,61 euro al mese, nel 2025 potrebbe salire come in genere sale il trattamento minimo dopo la consueta indicizzazione.